Collabora, prega e soffri per la tua parrocchia, perché devi considerarla come una madre a cui la Provvidenza ti ha affidato: chiedi a Dio che sia casa di famiglia fraterna ed accogliente, casa aperta a tutti e al servizio di tutti. Da il tuo contributo di azione, perché questo si realizzi in pienezza.
Collabora, prega e soffri perché la tua parrocchia sia vera comunità di fede: rispetta il parroco anche se avesse mille difetti, non giudicare con troppa facilità le sue miserie, perché Dio perdoni a te le tue miserie. Prenditi carico dei suoi bisogni, prega ogni giorno per lui.
Non macchiarti mai la lingua, accanendoti contro l’inerzia della tua parrocchia, invece rimboccati le maniche a far tutto quello che ti viene richiesto. Ricordati: i pettegolezzi, le ambizioni, la voglia di primeggiare, le rivalità sono i parassiti della vita parrocchiale: detestali, combattili, non tollerarli mai.
La legge fondamentale del servizio e l’umiltà: non imporre le tue idee, non avere ambizioni, servi nell’umiltà. E accetta anche di essere messo da parte, se il bene di tutti ad un certo momento lo richiede. Solo non incrociare le braccia, buttati invece nel lavoro più antipatico e più schivato di tutti, e non ti salti in mente di fondare un gruppo di opposizione.
Quando le cose non vanno, prova a puntare il dito contro te stesso, invece di puntarlo contro il parroco e contro le situazioni.
Hai le tue responsabilità, hai i tuoi precisi doveri: se hai il coraggio di un’autocritica sincera, forse avrai una luce maggiore sui limiti degli altri.
E prega per la santità dei tuoi sacerdoti: sono i sacerdoti santi la ricchezza più straordinaria delle nostre parrocchie, sono i sacerdoti santi la salvezza dei nostri giovani.