Ritiro dei Cresimandi al “SERMIG” di Torino

Pubblicato giorno 14 novembre 2019 - Informatore Parrocchiale, Vita della comunità

sermig1

La giornata di ritiro spirituale voluta da don Renato per i ragazzi che il 12 ottobre sc. hanno ricevuto la Cresima, è stata vissuta in modo entusiasmante e toccante a Torino, precisamente al SERMIG, centro missionario giovani.

Siamo nell’anno missionario; quindi la scelta non poteva essere migliore, anche perché la struttura, abbandonata a lungo dopo la II guerra mondiale, è entrata a fatica in possesso di due giovani geniali che, osteggiati all’inizio, liberi d’agire poi, sotto la guida dello Spirito Santo, sono riusciti a creare ciò che poteva sembrare impossibile
Sì, perché il loro intento era orientato alla missionarietà e alla cura dei tanti bisognosi. Recupero quindi di un’area dismessa (oggi sarebbero all’avanguardia in campo architettonico) dove prima si producevano armi da guerra per farne “una fucina di pace e di amore”.

Come nel messaggio evangelico si parla così, di accoglienza, di amore gratuito, di dono di sé, di attenzione al diverso e allo straniero (scuola di italiano e asilo-nido), al malato (laboratori scientifici, ambulatori, medici, specialisti, volontari a rotazione) e al “senza tetto” che bussa in ogni momento del giorno e della notte trovando mense e camere con servizi.

I nostri ragazzi hanno visitato tutta la struttura sia all’interno (dove hanno trovato anche spazi ampi per il gioco, la musica, la danza e il teatro) che all’esterno, riuscendo ad andare anche in bicicletta e giocare a calcio in un campo sportivo.

Ai volontari (alcuni dei quali sono consacrati e vivono all’interno avendo operato questa particolare scelta di vita) hanno posto intelligenti domande appropriate e, nel pomeriggio, dopo la Messa e il pranzo comunitario hanno fatto servizio.

Seguendo le indicazioni degli operatori, hanno imparato come si smista l’enorme quantità di capi d’abbigliamento che ogni giorno vengono donati e portati, ed hanno veramente aiutato in modo esemplare incuranti della fatica; hanno imparato che cosa va buttato e che cosa va bene per le missioni, che cosa può essere consegnato con più certezza perché nuovo e in ottimo stato.

Si sono lasciati coinvolgere e hanno capito cosa voglia dire essere meno fortunati; sono stati solerti anche perché toccati da alcune forti parole sentite dai volontari e anche nell’omelia della Messa: “essere servi in-utili”, cioè senza utile personale, agire per creare il nuovo mondo di “Felicizia”, cioè felicità nell’amicizia e saper “restituire”. Abbiamo ricevuto tanto; tanto dobbiamo rendere e ringraziare, quindi rispondere dando non solo materialmente, ma anche se stessi.

La presenza massiccia dei genitori ha fatto sì che tutti ci sentissimo un’unica grande famiglia che impara sempre di più a camminare insieme, cercando appunto nell’amicizia e nella gioia che ne derivano, l’anticamera della felicità.

“Sarai felice solo quando avrai donato” ha detto anche l’Arcivescovo Delpini in primavera ai nostri ragazzi allo Stadio; e a questi ragazzi auguriamo allora di realizzare questo stile di vita.

Carla Tondelli