Com’è bello pensare che si è annunciatori della risurrezione di Gesù non solamente a parole, ma con i fatti e con la testimonianza della vita!
Gesù non vuole discepoli capaci solo di ripetere formule imparate a memoria.
Vuole testimoni: persone che propagano speranza con il loro modo di accogliere, di sorridere, di amare.
Soprattutto di amare: perché la forza della risurrezione rende i cristiani capaci di amare anche quando l’amore pare aver smarrito le sue ragioni.
C’è un “di più” che abita l’esistenza cristiana e che non si spiega semplicemente con la forza d’animo o un maggiore ottimismo.
La fede, la speranza nostra non è solo ottimismo; è qualche altra cosa, di più!
E’ come se i credenti fossero persone con un “pezzo di cielo” in più sopra la testa.
E’ bello questo: noi siamo persone con un pezzo di cielo in più sopra la testa, accompagnati da una presenza che qualcuno non riesce nemmeno ad intuire.
Così il compito dei cristiani in questo mondo é quello di aprire spazi di salvezza, come cellule di rigenerazione capaci di restituire linfa a ciò che sembrava perduto per sempre.
Quando il cielo è tutto nuvoloso, è una benedizione chi sa parlare del sole.
Ecco, il vero cristiano è così: non lamentoso e arrabbiato, ma convinto, per la forza della risurrezione, che nessun male è infinito, nessuna notte è senza termine, nessun uomo è definitivamente sbagliato, nessun odio è invincibile dall’amore…
Chi ha Cristo al proprio fianco davvero non teme più nulla.
Papa Francesco