La galleria di arte sacra a Villa Clerici

Pubblicato giorno 5 aprile 2019 - Arte, cultura e società, Informatore Parrocchiale

Villa Clerici sorge in zona Niguarda e fu edificata intorno al 1730 su progetto quasi certamente di Francesco Croce, l’autore della guglia della Madonnina del Duomo per intenderci. L’architetto pensò per la Villa un’ampia facciata, giardini all’italiana e sale fastose e decorate per la gloria del committente, ossia la famiglia Clerici, una delle più importanti e facoltose famiglie patrizie lombarde, capace di arricchirsi ma anche di dilapidare patrimoni. La Villa ebbe infatti alterne vicende, passò ad altri proprietari, visse periodi di degrado, fu anche sede di una filanda.

Alla fine, venne recuperata e restaurata e nel 1927 vi si insediò la Casa di Redenzione Sociale per la rieducazione dei ragazzi usciti dal carcere e bisognosi di sostegno e reinserimento nella società. Quando poi furono costruiti accanto alla Villa nuovi e moderni padiglioni più idonei per tale attività sociale, Villa Clerici fu adibita a sede della Galleria d’Arte Sacra dei contemporanei (GASC), fondata nel 1955 grazie all’allora Arcivescovo di Milano, Cardinal Montini, futuro Papa Paolo VI, e grazie alla figura carismatica di Dandolo Bellini, primo Direttore, attivo collaboratore della Casa di Redenzione, grande appassionato nonché conoscitore delle varie espressioni artistiche.

Bellini fu figura centrale anche nel restauro e nella risistemazione di Villa Clerici. Ne ridisegnò lo spazio interno in ottica museale e quello esterno dei parchi richiamando l’aspetto originario ormai perduto di giardini all’italiana. Recuperò anche elementi architettonici e decorativi, come colonne e sculture, provenienti da ville e palazzi distrutti dalla guerra per reinventarli in Villa e reimpiegarli nella costruzione di due teatri esterni.

Quando nel 1955 Dandolo Bellini inaugurò la Galleria d’Arte dei Contemporanei accanto al presidente della Repubblica Gronchi, sapeva di avere a fianco altre tre grandi personalità che lo avrebbero molto aiutato anche in seguito: il Cardinal Montini, il grande Aldo Carpi, maestro di pittura, e Francesco Messina, esimio scultore, entrambi titolari di cattedre a Brera ed entrambi pervasi di intensa spiritualità.

Lo scopo della Galleria, luogo d’incontro, dibattito e confronto, era infatti quello di venire a contatto ed instaurare un rapporto di amicizia e di collaborazione con artisti attenti e capaci di coniugare i temi del Sacro con i linguaggi artistici del ‘900. (Di questo si è già parlato in questa sede a proposito del convegno proprio sul richiamo ed invito di Paolo VI nei primi anni ’60 agli artisti ad occuparsi di nuovo di arte sacra).

La Galleria andò presto arricchendosi di molti validi ed affermati autori, pittori e scultori, tra i quali spiccano i nomi di Floriano Bodini, Silvio Consadori, Luigi Filocamo, Eros Pellini, Aligi Sassu, Luciano Minguzzi e molti altri, oltre naturalmente ai già citati Carpi e Messina.

La Galleria, forse poco conosciuta, merita una visita. E’ aperta dal giovedì alla domenica. E’ anche un bell’edificio di interesse storico. Attualmente, fino al 14 aprile, ospita appunto la mostra “Torniamo Amici”, Paolo VI e gli artisti, con opere raramente o mai esposte tra dipinti, sculture, disegni e bozzetti di diversi autori contemporanei.

 

Graziella Colombo