Via Crucis per le chiese del nostro quartiere

Pubblicato giorno 5 aprile 2019 - Informatore Parrocchiale, Vita della comunità

Sabato 16 marzo alle ore 15,45 la Chiesa di Mater Amabilis incominciava a riempirsi di bambini, adulti, genitori nonni, che avrebbero di lì a poco intrapreso il cammino della Via Crucis dalla Parrocchia Mater Amabilis sostando per le Chiese del nostro quartiere, fino a giungere alla Parrocchia Sant’Anna.

Tradizionalmente questa Via Crucis è preparata insieme ai bambini di seconda elementare (primo anno del cammino dell’Iniziazione Cristiana).

Le stazioni di questa via crucis non sono quelle tradizionali; si soffermano sugli incontri e sulle relazioni che Gesù vive durante la Settimana Santa.

La prima stazione (chiesa parrocchiale di Mater Amabilis) ci ha fatto pregare facendo memoria di Gesù che entra in Gerusalemme su un asinello (cavalcatura del re in tempo di pace) e i bambini ci hanno invitato a porci le seguenti domande: come accogliamo Gesù oggi? Se mi accorgessi che Gesù arriva anche oggi farei…mater amabilis

 

 

 

 

La seconda stazione (Chiesa della Sacra Famiglia in via Buonarroti presso le Suore Angeliche) ci ha invitato a riflettere e a pregare sul comportamento di Giuda e ci siamo chiesti che cosa avremmo fatto noi al posto di Giuda e quando nonostante i nostri buoni propositi, tradiamo anche noi Gesù.

La terza Stazione (Chiesa di san Francesco Saverio in via Monte Rosa presso il PIME) ci ha fatto ripercorrere insieme i gesti dell’ultima cena riflettendo sul passaggio dalla antica alla nuova alleanza. Il bambino ebreo chiedeva al papà o al nonno: “perché questa sera è diversa da tutte le altre sere?”, dando così lo spunto per ripercorrere e far nuovamente gustare la fedeltà di Dio all’uomo. Gesù arricchisce questo memoriale, donando se stesso, anticipando nel segno del pane e del vino quello che sarebbe accaduto di lì a poco sulla croce: il suo corpo ferito e il suo sangue versato, segno di una fedeltà che non trova ostacolo neanche nel dover affrontare la morte segno di un amore che è dono senza misura.

La quarta Stazione (Chiesa di San Siro alla Vepra in via Masaccio presso le Suore Missionarie di Maria Immacolata). In questa chiesettina piccola, che a stento è riuscita a contenere le cento e chiesa san siropiù persone che pian piano lungo il cammino si sono radunate, abbiamo pregato facendo memoria di Gesù schernito, sbeffeggiato e maltrattato dai soldati. Il luogo è stato particolarmente significativo perché la villa in cui si trova la chiesetta di San Siro, prima di essere santificata e benedetta dalla presenza missionaria delle suore era è stato il teatro delle atrocità compiute dalla banda Koch, un reparto speciale della polizia della Repubblica di Salò incaricato di stanare e catturare e eliminare gli oppositori politici del regime fascista.  Quanta sofferenza e quanto vicino è stato in quel luogo il Cristo offeso e umiliato dai soldati! Ma quanta benedizione e quanta gioia raccontata a parole e con la vita di chi vi abita oggi e che ha fatto della sua vita una consacrazione al Signore e il desiderio di annunciarlo fino agli estremi confini della terra.

 

La quinta ed ultima stazione di questo nostro cammino (Chiesa parrocchiale di Sant’Anna Matrona) è il luogo ideale per concludere la Via della Croce, perché al centro della parete absidale un grande crocifisso illuminato da due faretti genera sulla parete l’ombra di due altre croci riproducendo così lo scenario del Calvario.

via crucis

 

Naturalmente i nostri sguardi e la nostra preghiera sono stati attratti dalla contemplazione di un amore capace di dare la sua vita per la nostra salvezza. Lo stupore nostro e dei ragazzi è aumentato quando abbiamo fatto memoria di quanto avvenuto sotto la croce: Maria e Giovanni reciprocamente affidati, accogliendo il dono dello Spirito, diventano segno della Chiesa nascente. E ancor più stupefacente, proprio in quel contesto, proprio vedendolo condannato a quella pena e proprio vedendolo morire così il buon ladrone prima e il centurione subito dopo riconoscono in Gesù il Figlio di Dio.

 

La “Via Crucis” è stata un pellegrinaggio, un cammino durante il quale la gente man mano aumentava. Un tratto di strada durato un’ora e mezza, santannaanche se una bimba, al termine della quarta stazione alla domanda “Secondo te da quanto tempo siamo in cammino? sei stanca?” rispondeva dicendo: “no, avremo appena fatto un quarto d’ora di cammino!” quanto sono belli i passi di chi reca il lieto annuncio e quanto è bello percorrerli insieme, la fatica si stempera e la noia non trova casa!

 

Lungo la strada la gente, vedendo questo popolo di Dio in cammino, reagiva nei modi più diversi: qualcuno si fermava e faceva un segno di croce, qualcun altro cedeva il passaggio alla processione e qualcuno ancora lanciava qualche epiteto poco ripetibile, in ogni caso per tutti il corteo pellegrinante è stato un segno di fronte al quale non si può rimanere indifferenti, ma occorre prendere posizione.

A noi il compito di trasformare la nostra vita in un costante pellegrinaggio, in un cammino in uscita per raggiungere con gioia i fratelli e le sorelle che il Signore ci pone accanto, per riconoscere in loro meravigliose qualità, per essere segno di un amore che nulla trattiene ma tutto dona, per abitare nel mondo con profondo stupore e riconoscenza.

 

Don Renato Fantoni